giovedì 22 gennaio 2015


REGOLA NONA DELLA PREGHIERA

Il luogo, il tempo,il fisico sono tre elementi esteriori alla preghiera che incidono fortemente sulla sua Interiorità. Gesù se ne andò sulla montagna a pregare “. (Lc. VI, 12)
“...si ritirò in un luogo deserto e là pregava “. (Mc. I, 35)
“Al mattino si alzò quando ancora era buio... “. (Mc. I, 35)
passò la notte in preghiera “. (Lc. VI, 12)
...si prostrò con la faccia a terra e pregava “. (Mt. XXVI, 39)
Se Gesù ha dato tanta importanza al luogo e al tempo per la sua preghiera, è segno che noi non dobbiamo sottovalutare il luogo che scegliamo, il tempo e la posizione fisica. Non tutti i luoghi sacri aiutano la concentrazione e certe chiese aiutano di più, certe di meno. Devo anche crearmi un angolo di preghiera nella mia stessa casa o a portata di mano.
Naturalmente posso pregare in qualunque luogo, ma non in qualunque luogo posso concentrarmi con la stessa facilità.
Così va scelto con cura il tempo: non qualunque ora della giornata consente una profonda concentrazione. Il mattino, la sera, la notte sono i periodi in cui normalmente la concentrazione è più facile. E’ importante abituarsi ad un’ora fissa per la preghiera; l’abitudine crea la necessità e crea il richiamo alla preghiera. E’ importante cominciare con slancio, fare dal primo istante, la nostra preghiera. Consigli pratici
Siamo noi i padroni delle nostre abitudini.
Il fisico si crea le sue leggi e si adatta anche alle leggi che noi gli proponiamo.
Le abitudini buone non sopprimono tutte le lotte della preghiera, ma facilitano molto la preghiera.
Quando c’è un malessere di salute bisogna rispettano: non si deve lasciare la preghiera, ma è importante cambiare il metodo di preghiera. E’ l’esperienza la migliore maestra per scegliere le nostre abitudini di preghiera.