martedì 20 gennaio 2015

REGOLA OTTAVA  DELLA PREGHIERA

Anche il corpo deve imparare a pregare.
Gesù si gettò a terra e pregava... “. (Mc. XIV, 35)
Non possiamo mai prescindere del tutto dal corpo quando preghiamo. Il corpo influenza sempre la preghiera, perchè influenza ogni atto umano, anche il più intimo. Il corpo o diventa strumento della preghiera o diventa ostacolo. Il corpo ha le sue esigenze e le fa sentire, ha i suoi limiti, ha i suoi bisogni; spesso può impedire la concentrazione e ostacolare la volontà.
Tutte le grandi religioni hanno sempre dato una importanza grandissima al corpo, suggerendo prostrazioni, genuflessioni, gesti. L’Islam ha diffuso la preghiera in modo profondo tra le masse più arretrate soprattutto insegnando a pregare col corpo. La tradizione cristiana ha sempre considerato molto il corpo nella preghiera: è imprudente sottovalutare questa esperienza millenaria della Chiesa.
Quando il corpo prega, lo spirito entra subito in sintonia con lui; spesso non succede il contrario:
il corpo spesso fa resistenza allo spirito che vuole pregare. E’ importante perciò cominciare dal corpo la preghiera chiedendo al corpo una posizione che aiuti la concentrazione. Può servire molto questa norma: stare in ginocchio tenendo il busto ben e- retto; spalle aperte e la respirazione è regolare e piena, è più facile la concentrazione); braccia rilassate lungo il corpo; occhi chiusi o fissi all’Eucaristia.

Consigli pratici
Quando si è soli è bene anche pregare a voce alta, allargando le braccia; anche la preghiera profonda aiuta molto la concentrazione. Certe posizioni dolorose non aiutano la preghiera, così non l’aiutano le posizioni troppo comode.
Non scusare mai la pigrizia, ma indagare sulle sue cause.
La posizione non è la preghiera, ma aiuta od ostacola la preghiera: bisogna curarla.