domenica 16 novembre 2014

La Stampa - «Per i greco-cattolici rumeni seconde nozze fino al 1873»

La Stampa - «Per i greco-cattolici rumeni seconde nozze fino al 1873»: "L'articolo di padre Giancarlo Pani uscito sul numero di Civiltà Cattolica e così sintetizzato da Vatican Insider pubblicato prima del Sinodo e dedicato all'eccezione decisa dal concilio di Trento, che nel 1563 stabilì di non condannare la prassi delle seconde nozze permettendo ai cattolici di rito greco di mantenerla, ha provocato una discussione. Il testo dello storico gesuita è stato infatti criticato non da un altro storico  ma da un moralista, lo statunitense E. Christian Brugger, professore al seminario teologico Saint John Vianney di Denver. Una risposta articolata che è stata pubblicata sul sito di Sandro Magister. 




Brugger attribuisce a Pani una difesa della pratica matrimoniale greca di "oikonomia" secondo la quale i matrimoni falliti possono essere sciolti e i coniugi hanno il permesso di risposarsi, o di avere nuove nozze dichiarate valide dalla Chiesa dopo un periodo di penitenza e di volerla applicare anche alla Chiesa cattolica servendosi «nientemeno che dell’autorità del Concilio di Trento». Vatican Insider ha chiesto a padre Pani una replica a queste critiche.

«Sì, ho letto la risposta del professor Brugger al mio articolo. Leggendolo però ho avuto l’impressione che il suo testo non avesse direttamente a che vedere con ciò che io ho scritto. Forse l'autore aveva già steso un ampio suo testo sull’indissolubilità del matrimonio, ricco di tante citazioni e varie riflessioni. L’articolo della Civiltà Cattolica gli ha poi semplicemente offerto uno  spunto per esporla».

Perché afferma questo?

«Nell'articolo di Brugger di fatto mi si attribuiscono affermazioni, interpretazioni, intenzioni, strumentalizzazioni, eresie e quant’altro, che non mi appartengono. Credo che la sua lunga requisitoria non sia contro di me, ma proprio contro una decisione del concilio di Trento. Vengo accusato di non fornire nessun argomento a sostegno delle mie tesi. Ma io non volevo sostenere alcuna tesi! Ho scritto un breve saggio di carattere storico, facendo memoria di un singolare fatto storico accaduto nel 1563. Ho offerto strumenti, fatti, discussioni, documentazione. Ho pure riportato puntualmente in nota le citazioni dagli Atti del Concilio. Intendevo far conoscere un pezzo di storia conciliare che è stato dimenticato dalla fine del Tridentino fino alla pubblicazione degli Atti dell’ultima sessione, nel 1932, cioè per circa 370 anni».

Ammetterà che il suo articolo forniva un argomento a chi intende aprire sui sacramenti ai divorziati...

«Guardi che non è mia intenzione difendere la pratica matrimoniale greca dell’oikonomia, né mi sono augurato che questa tradizione tollerante possa farsi strada nella Chiesa cattolica. Ma la storia è storia e non si può cancellare. Io vengo accusato della falsità di una interpretazione: mi pare invece di aver fatto solo una ricerca storica, documentando in nota ogni singolo riferimento ai documenti originali del Concilio e astenendomi da ogni interpretazione. Non si può prescindere dai fatti documentati. Non sono però io a dover decidere quale peso dare a questi fatti, ma è compito dei vescovi e dei pastori».

Il teologo Brugger le riconosce di aver riassunto «abbastanza bene» i fatti del 1563...

«E io lo ringrazio per averlo riconosciuto, era esattamente quello che intendevo fare, ricordando una pagina in qualche modo "imbarazzante" del Concilio di Trento, proprio nella sessione in cui si decreta l’indissolubilità del matrimonio si fa un’eccezione».

Ci sono state altri casi di eccezioni all'indissolubilità del matrimonio?

«Sì, certo. Ad esempio presso la Chiesa rumena. Il codice di diritto canonico rumeno recita: "Secundum matrimonium vocatur legitimum" (Cfr Iohannes D. Dan, Pravila Magna eiusque auctoritates in Ecclesia romena “indreptarea Legii” a. 1652, Romae, Urbanianum, 1944, 105-106). La chiesa greco-cattolica rumena ha nella disciplina canonica lo scioglimento del vincolo matrimoniale mediante l’oikonomia, anche dopo l’unione con Roma del 1700. Tale disciplina è rimasta in vigore fino al 1872-1873 quando è stata realizzata la prima codificazione del diritto della Chiesa greco-cattolica rumena che, nel concilio di Alba Iulia, introduce la dottrina dell’indissolubilità del matrimonio». "


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