DOMANDE IN PIAZZA SAN PIETRO
Caro don Battista, oggi Beato Paolo VI,
quando ho sentito Papa Francesco inserirti nel numero
dei beati, ho avuto immediatamente la sensazione di avere un amico fidato in
più. Se è vero che i santi sono i migliori amici, mi è venuto
spontaneo chiamarti don Battista, come erano soliti fare i tuoi amici.
Infatti tu sei stato proclamato tra i beati, non tanto o non
soltanto perché sei stato Papa, e che Papa!, ma perché sei stato un buon
cristiano in tutte le età della tua vita, e un buon prete dall’inizio alla
fine.
Certo, l’essere Papa può aver dato risonanza alla tua
indiscussa rettitudine e religiosità, ma potrebbe anche aver messo qualche
difficoltà in più. Sarei curioso, ma forse indelicato, chiederti, se tu, così
proteso alla santità, non abbia mai pensato, magari mentre elevavi all’onore
degli altari, qualche servo di Dio, di essere elevato anche tu un giorno, come
ti è successo oggi. Oppure se l’applauso delle folle non ti abbia indotto
qualche volta a pensare d’essere Qualcuno- Sono le piccole, ridicole, ma
micidiali trappole che offuscano l’oscuro splendore dell’umiltà che è la
base di ogni grandezza. E, aggiungerei, della credibilità di ogni autorità,
oltre che di ogni rispettabilità.
Ma subito ho sentito vagare per Piazza San Pietro una tua
accorata domanda, implicita negli ultimi tuoi scritti: “Ho amato la Chiesa con
tutte le mie forze. Vorrei che la Chiesa lo sapesse”.
La Chiesa sa che l’hai amata soprattutto perché hai
saputo soffrire con lei e per lei, perché l’hai voluta difendere dai facili
slogan illusori che inquinavano il mondo in quegli anni.
Caro fragile, timido, riservato don Battista, il tuo è
stato un amore lungimirante, magnanimo, “lieto nella speranza, forte nelle
tribolazioni, perseverante nella preghiera “ (Rom 12,12). Un amore che
ha convinto la tua Chiesa, ha sorpreso non pochi di coloro che ti
avversavano e ci induce a dirti che ci dispiace di non avertelo detto prima, ma
che speriamo di ripeterlo presto e con più attenta consapevolezza, quando salirai
anche l’ultimissimo gradino della gerarchia della santità. Ne siamo certi,
perché non solo la chiesa sa che l’hai amata, ma ha cominciato a riscopriti e, ovviamente,
a riamarti.
Da don Piergiordano Cabra