lunedì 20 ottobre 2014

Il cardinale Bertone: in Papa Francesco c’è molto spirito salesiano | Korazym.org

Il cardinale Bertone: in Papa Francesco c’è molto spirito salesiano | Korazym.org: "Don Bosco fu missionario tra gli italiani immigrati in Argentina. Pensa che ci sia un po’ di salesianità anche nel gesuita Bergoglio?

Ricordiamo che il giovane Jorge Bergoglio ha avuto un rapporto familiare con i primi salesiani di Buenos Aires ed egli stesso cita colui che lo ha battezzato e poi lo ha seguito: il salesiano Don Enrique Pezzoli. All’ età di tredici anni, prima di entrare nella Compagnia di Gesù, ha passato un anno come interno al collegio salesiano Colegio Wilfrid Barón de los Santos Ángeles a Ramos Mejía, nel Gran Buenos Aires. Ha rievocato in una famosa lettera  questa straordinaria esperienza formativa: una lettera del 1990 scritta al salesiano Cayetano Bruno, lo storico della Chiesa argentina. Mi sembra che ci siano dei tratti di affinità molto marcati. Don Bosco parte dalla periferia, cerca i ragazzi sbandati e i ragazzi di strada, sta insieme a loro e donerà la vita a loro. Papa Bergoglio ci invita continuamente non solo a dialogare, ma a stare con la gente, anzi a camminare insieme. Pensiamo alla cultura dell’incontro, al rispetto e all’amore che ha per ogni persona, specialmente per quella più debole e bisognosa, e quindi a rifiutare la cultura dello scarto. Bisogna dire che nell’originalità creazionale di Dio, ci sono dei tratti comuni che si trasmettono di generazione in generazione attraverso i santi e attraverso i doni che lo Spirito continua ad elargire alla sua Chiesa.

Siamo vicini al Sinodo sulla Famiglia. Mamma Margherita e don Bosco. Un sacerdote e sua madre. Un carisma salesiano da riscoprire anche per i sacerdoti che provengono da una famiglia disastrata?

Ho conosciuto ottimi sacerdoti provenienti da famiglie divise o non credenti.  Il percorso vocazionale di alcuni è stato irto di difficoltà e di resistenze che a poco a poco sono state superate per la ferma volontà  dei candidati al sacerdozio e per il progressivo avvicinamento dei familiari alla Chiesa, madre misericordiosa, e al senso concreto di tale vocazione orientata- come dice Papa Francesco- a costruire ponti, a favorire l’incontro, la riconciliazione e la comprensione vicendevole. E non di rado sono state le mamme ad accompagnare i figli in queste situazioni, a mediare fruttuosamente, e a smussare le opposizioni.

Una domanda finale è per il futuro. La famiglia salesiana deve affrontare anche momenti difficili. Cosa vede lei di necessario per i prossimi 200 anni e più?

Si tratta di conservare lo spirito di Don Bosco che è partito dalla periferia della città di Torino pre-industriale , che si è misurato con le grandi periferie delle metropoli del mondo, con i ragazzi abbandonati, i ragazzi di strada, i ragazzi bisognosi di formazione, e quindi con quello spirito di fraternità e di solidarietà con il quale ha cercato di trasformarli in onesti cittadini e buoni cristiani. Certo una cura speciale va data alla formazione cristiana dei cattolici, senza annacquare la formazione proprio come ha detto Papa Francesco. Ma naturalmente nella espansione della Congregazione salesiana e nella successione dei tempi si è passati dalla cerchia dei cristiani alla molteplicità delle persone delle varie religioni di tutto il mondo, e quindi alla interiorizzazione di questo carisma anche da parte dei membri di altre religioni. É interessante constatare che il carisma salesiano si impianta bene in ogni cultura. Faccio un esempio: il Presidente della Mongolia ha chiesto alla Suore Salesiane di fondare un’università e ai salesiani di aprire una scuola professionale. La Mongolia non conta più che alcune centinaia di cristiani. Del resto ormai ci sono moltissimi istituti salesiani in tanti paesi islamici o buddisti. E a proposito di dialogo mi piace ricordare un salesiano giapponese che è stato sottosegretario del Pontificio Consiglio del dialogo interreligioso, don Giovanni Bosco Masayuki Shirieda. Insieme alla missionarietà c’è allora questo senso dell’universalità che è nel progetto di Papa Francesco e che si collega bene con l’esperienza salesiana: una reattività spontanea, immediata, fa accogliere facilmente il metodo salesiano e innestarlo con frutto in ogni cultura."


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