martedì 23 dicembre 2014


REGOLA SECONDA PER PREGARE


La preghiera è comunicazione affettuosa con Dio, operata dallo Spirito e sorretta da lui.
Gesù ha detto:
“Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno, ancora prima che gliele chiediate... “. (Mt. VI, 8)
Dio è pensiero puro, è puro spirito; non posso comunicare con lui che nel pensiero, attraverso lo Spirito. Non c’è altro mezzo per comunicare con Dio: Dio non posso immaginarlo, se mi creo una immagine di Dio, creo un idolo..
La preghiera non è uno sforzo di fantasia, ma un lavoro di concetto. La mente e il cuore sono gli strumenti diretti per comunicare con Dio. Se fantastico, se mi ripiego sui miei problemi, se dico parole vuote, se leggo, non comunico con lui. Comunico quando penso. E amo. Penso e amo nello Spirito.
5. Paolo insegna che è Io Spirito che aiuta questo difficile lavoro interiore. Dice: Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perchè nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi “. (Rm. VIII, 26)
“Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito dei suo Figlio che grida: Abbà, Padre “. (Gai. IV, 6)
Lo Spirito intercede per i credenti secondo i disegni di Dio”. (Rm. VIII, 27)

Consigli pratici
E’ importante nella preghiera che lo sguardo sia rivolto più a lui che a noi.
Non lasciar cadere il contatto del pensiero; quando “la linea cade” riallacciare l’attenzione a lui con calma, con pace. Ogni ritorno a lui è un atto di buona volontà, è amore.
Poche parole, molto cuore, tutta l’attenzione tesa a lui, ma nella serenità e nella calma.
Mai iniziare la preghiera senza invocare lo Spirito.
Nei momenti di stanchezza o di aridità implorare lo Spirito.
Dopo la preghiera: ringraziare lo Spirito.