I “FIORETTI” DI SAN GIOVANNI BOSCO
PIANGE E RIDE CON I SUOI FIGLIOLI
Nel mese di luglio 1846, don Bosco fu assalito da una
terribilebronchite che lo ridusse in fin di vita. Tutti pregavano per lui. Una
notte pareva che dovesse essere l’ultima di sua vita. Il teologo Borel che lo
assisteva si sentì ispirato a suggerirgli che facesse anche lui una preghiera
per la sua guarigione. Don Bosco taceva e il teologo replicò: “Don Bosco, lei
sa che lo Spirito Santo ci consiglia di pregare nelle nostre infermità. Dunque,
preghi a questo fine”. “Lasciamo che faccia Iddio la sua volontà”. “Ebbene,
dica almeno con me: Signore… se così vi piace… fatemi guarire”. E don Bosco
taceva ancora.
“Mi faccia il piacere, caro don Bosco; glielo domando a
nome dei suoi figli piangenti: dica con me, e lo dica di cuore: Signore…”. Il
malato per consolarlo, prese a ripetere: “Signore…”. “Se a voi piace…”. “Se a
voi piace…”.“Fatemi guarire…”. “Fatemi guarire…”. Appena fatta quella
preghiera, il buon teologo si alzò, e asciugandosi le lacrime esclamò: “Basta
così! Lei guarirà certamente… Ne sono sicuro”. Né si sbagliò: don Bosco prese
sonno e quando si svegliò era ritornato a vita novella. I medici che pensavano
di trovarlo morto, toccandogli il polso, gli dissero: “Caro don Bosco, si alzi
e vada a ringraziare la sua Madonna, che ne ha ben ragione”. La notizia di
quella improvvisa guarigione inondò di consolazione il cuore di tutti. La
domenica lo adagiarono su un seggiolone e lo portarono in giro, come in
trionfo. L. Chiavarino