giovedì 28 agosto 2014

Parco Archeologico Religioso del CELio - PARCEL

Parco Archeologico Religioso del CELio - PARCEL: "SEGNALIAMO ... "Aleppo, Siria. Una città stretta lentamente nella morsa dell'Isis. Vera e propria periferia del mondo apparentemente dimenticata da Dio. Apparentemente perché, nonostante tutto, la Sua presenza è più viva che mai. Lo testimoniano le parole del vicario apostolico della città, Georges Abou Khazen, in visita in questi giorni al Meeting di Rimini. Dopo aver servito la Custodia in Egitto, in Terra Santa e in Libano, dal 2004 fra Georges è in Siria, parroco di San Francesco di Aleppo, guardiano del Convento francescano e da novembre, su nomina di papa Francesco, vicario delegato per il nord.
 
Fra George, qual è la situazione attuale dei cristiani di Siria?
«Rispondere con dei numeri è difficile. I cristiani che hanno lasciato il Paese sono davvero tanti. Quelli che rimangono sono i poveri che non hanno le possibilità economiche per scappare. I villaggi presi di mira dalle milizie islamiche sono moltissimi. Sui mass media è stato dato ampio spazio al caso di Maaloula ma di situazioni simili ce ne sono state sia prima sia dopo. Nel nord-est della Siria alcune comunità sono state cancellate per sempre. Ad Aleppo non va molto meglio. Nei quartieri più centrali la situazione è ancora sotto controllo ma le persone vivono ormai continuamente sotto pressione e nel terrore. Un'avanzata che spaventa».
 
Nel titolo del Meeting si afferma che “il destino non ha lasciato solo l'uomo”. La popolazione cristiana della Siria avrebbe invece tutto il diritto, umanamente, di sentirsi abbandonata da Dio. Lo è realmente?
«No, nella maniera più assoluta. Ciò che è straordinaria è la fede di queste persone. Dialogandoci mi dicono sempre di sentirsi “Figli dei martiri”. Le circostanze avverse stanno consentendo al popolo cristiano di fare un percorso ben preciso per scoprire qual è il ruolo assegnato loro: i cristiani di Siria si sentono il sale della terra. La sera le strade sono buie, spettrali. Nonostante tutto abbiamo centinaia di giovani, ragazzi e ragazze, che continuano a riunirsi per organizzare attività di aiuto alla popolazione. Un aiuto gratuito indipendente dalla religione a cui si appartiene. Ma se da un lato grande merito va dato al popolo siriano, dall'altro bisogna elogiare il ruolo della Chiesa. Nonostante tutto nessuna opera religiosa ha deciso di fare le valige e andarsene. Questo, per la popolazione, è un messaggio di speranza».""

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