REGOLA OTTAVA DELLA PREGHIERA
Anche il corpo deve imparare a pregare.
Gesù si gettò a terra e pregava... “. (Mc. XIV, 35)
Non possiamo mai prescindere del tutto dal corpo quando preghiamo. Il corpo
influenza sempre la preghiera, perchè influenza ogni atto umano, anche il più
intimo. Il corpo o diventa strumento della preghiera o diventa ostacolo. Il
corpo ha le sue esigenze e le fa sentire, ha i suoi limiti, ha i suoi bisogni;
spesso può impedire la concentrazione e ostacolare la volontà.
Tutte le grandi religioni hanno sempre dato una importanza grandissima al
corpo, suggerendo prostrazioni, genuflessioni, gesti. L’Islam ha diffuso la
preghiera in modo profondo tra le masse più arretrate soprattutto insegnando a
pregare col corpo. La tradizione cristiana ha sempre considerato molto il corpo
nella preghiera: è imprudente sottovalutare questa esperienza millenaria della
Chiesa.
Quando il corpo prega, lo spirito entra subito in sintonia con lui; spesso non
succede il contrario:
il corpo spesso fa resistenza allo spirito che vuole pregare. E’ importante
perciò cominciare dal corpo la preghiera chiedendo al corpo una posizione che aiuti
la concentrazione. Può servire molto questa norma: stare in ginocchio tenendo
il busto ben e- retto; spalle aperte e la respirazione è regolare e piena, è
più facile la concentrazione); braccia rilassate lungo il corpo; occhi chiusi o
fissi all’Eucaristia.
Consigli pratici
Quando si è soli è bene anche pregare a voce alta, allargando le braccia; anche
la preghiera profonda aiuta molto la concentrazione. Certe posizioni dolorose
non aiutano la preghiera, così non l’aiutano le posizioni troppo comode.
Non scusare mai la pigrizia, ma indagare sulle sue cause.
La posizione non è la preghiera, ma aiuta od ostacola la preghiera: bisogna
curarla.