sabato 17 gennaio 2015


 REGOLA SETTIMA DELLA PREGHIERA

Il cuore della preghiera ò l’ascolto.
“Maria, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola. Marta, invece, era tutta presa dai molti servizi... Gesù disse: « Maria ha scelto la parte migliore » (Lc. X, 39)
L’ascolto suppone di aver capito questo: che il personaggio-chiave della preghiera non sono io, ma Dio. L’ascolto è il centro della preghiera perchè l’ascolto è amore: è infatti attesa di Dio, attesa della sua luce; l’ascolto affettuoso di Dio comprende già la volontà di rispondere a lui.
L’ascolto si può fare interpellando umilmente Dio su di un problema che ci assilla, oppure interpellando la luce di Dio attraverso la Scrittura. Normalmente Dio parla quando io sono riparato alla sua parola.
Quando in noi imperversano la cattiva volontà o la menzogna, è difficile sentire la voce di Dio, anzi difficilmente abbiamo il desiderio di sentirla.
Dio parla anche senza parlare. Risponde quando vuole. Dio non parla “a gettoni “, quando lo esigiamo noi, parla quando vuole lui, normalmente parla quando siamo preparati ad ascoltarlo.
Dio è discreto. Non forza mai la porta del nostro cuore.
Io sto alla porta e busso: se uno sente la mia voce e mi apre, io entrerò da lui e cenerò con lui e lui con me “. (Ap. 111, 20)
Non è facile consultare Dio. Ma ci sono dei segni abbastanza chiari se siamo nel giusto. Dio, quando parla, non va mai contro il buon senso o contro i nostri doveri, ma può andare contro la nostra volontà.

Consigli pratici
E’ importante impostare la preghiera su qualche domanda che inchiodi ogni evasione, come:
Signore, che cosa vuoi da me in questa situazione? Signore, che cosa vuoi dirmi con questa pagina di Vangelo?».
La preghiera che va decisa alla ricerca della volontà di Dio dà nerbo alla vita cristiana, sviluppa la personalità, abitua alla concretezza E’ solo la fedeltà alla volontà di Dio che ci realizza e ci fa contenti